mercoledì 22 febbraio 2017

Donne e censura - Serenella Gatti Linares

Non sono una musicista, ma una che ama la Musica, senza la quale la vita sarebbe intollerabile! Meno male, perché deve esistere anche un pubblico, così come occorre che qualcuno legga, mentre quasi tutti scrivono. Quindi, non ho esperienze personali. Ma a livello teorico e generale la mente si affolla di idee collegate alla donna ed allo stato di sottomissione in cui è stata tenuta fino agli anni ’70 del Femminismo del secolo passato ed in certi paesi del mondo ancor oggi.
Ad esempio, reclamiamo la libertà per Abdullah Ocalan, leader turco, e per i prigionieri/e politici/che Curdi/e. L’11 febbraio c’è stata a Milano una Manifestazione Nazionale a tale proposito. Le guerrigliere curde propongono un vero e proprio progetto educativo globale, in cui esistano assolute parità fra uomini e donne. Hanno condotto una lotta all’interno del Partito Comunista Curdo dando luogo alla prima esperienza realizzata di organizzazione della società basata su un’elaborazione femminile. Ma adesso il Movimento di Liberazione subisce pesanti e nuove minacce. E’ peggiorato a causa della guerra in Kurdistan e del regime turco di Erdogan. Ma la questione curda non può e non deve essere risolta militarmente. Chi lo fa tramite torture e condanne a morte è incivile.
Ritengo che ancora le donne artiste non vengano trattate alla stessa stregua degli uomini artisti. In qualunque ambito (musica, pittura, scultura, scrittura…) persistono molti pregiudizi.  
La donna è vista fondamentalmente in due modi. Come bambina da lasciare giocare o aiutare oppure come persona da osteggiare, nel senso che farebbe bene a tornarsene a casa a curare i figli o a preparare mangiarini o a darsi al piccolo punto. 
Assai raramente appaiono personaggi che dimostrino sincera ammirazione per le opere d’arte femminili comprendendole nel loro significato più profondo. Il fatto è che i luoghi del potere sono in mani maschili per la maggioranza.
Ad esempio, nella politica, economia, finanza, arte. Le donne lavorano maggiormente e guadagnano di meno. Nonostante oggi in Italia leggano di più ed abbiano titoli di studio superiori rispetto agli uomini, come attestano le statistiche. Nel mondo della musica, ad esempio, le musiciste Rock non sono trattate paritariamente né dai colleghi né dai critici né dal mercato discografico. Per fortuna, di recente ho assistito a Bologna alla nascita di un “Nuovo Femminismo Internazionale” ad opera dell’Associazione “Non una di meno”. In seguito alla Manifestazione del 26 novembre 2016 e in preparazione dello “sciopero delle donne” dell’8 marzo 2017, su modello argentino, a cui hanno aderito decine di paesi del mondo. E’ stato tracciato un piano antiviolenza contro il feminicidio. 
Circa duemila donne erano presenti, quasi tutte giovani universitarie preparate e grintose. Siamo ancora immersi/e in un clima sessista nell’ambito dell’educazione, della comunicazione; ad esempio, nell’uso sessista della lingua italiana. Forse ci saranno maggiori controlli e vigilanza, anche se ancora in mezzo a tante difficoltà. 
Mi è parso un ottimo segnale di speranza per futuri cambiamenti e miglioramenti in ogni campo, compreso quello artistico. Cosa fare se non continuare a parlare parlare parlare…, pensare pensare pensare… resistere resistere resistere. 


SERENELLA GATTI LINARES
Poeta

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