Libertà
di guidare un’auto di lusso, libertà di scegliere fra una vasta
gamma di prodotti, libertà di pagare in comode rate...
E
naturalmente PDL, che si distingue da PD proprio nella L di
Libertà...
Ma
dov’è finita la nostra cara vecchia libertà, quella del ‘fiore
del partigiano’?
E’
prigioniera della censura esplicita ed implicita che colpisce tutte
le forme di libertà individuali e collettive.
Non
siamo più libere/i di scegliere i nostri valori né i principi con
cui praticarli, di abitare i nostri stili di vita, né tanto meno di
valorizzare le nostre diversità-specificità per arricchirci e
cooperare...
In
Italia non serve più il manganello perchè la società è diventata
o-vilmente un efficientissimo sistema di controllo autocensurante ed
emarginativo nei confronti di chi non può/vuole aderire ai rigidi
modelli omologanti imposti dal regime di padroni vecchi e nuovi.
L’Italia,
un folcloristico insaccato di colonie, i cui sudditi nel corso dei
secoli hanno traslocato facilmente ruolo da servi della gleba in
servi del globo. L’ipocrisia dell’Italia unita non ci ha resi un
popolo, ma un’accozzaglia di bulli e nulli, viventi in
demodisgrazia e morituri in P-dux aeterna. Glielo dite voi al
partigiano (quello del fiore) che è morto invano?
Ecco
che la censura, teleinoculata in dosi quotidiane, trova nel famoso
‘italiano medio’ il soggetto ideale da tabula-rasare asportando
facilmente pensiero critico e libero arbitrio:

Dall’ignoranza
alla paura il passo è breve, e la relazione con l’altro diventa
nemicale, giustificando la prevaricazione e quotidianizzando la
violenza.
Ma
il più censurato in Italia è certo il corpo femminile. Strappato
alla padella mariana delle grinfie vaticane, ora è anoressica
vestale brasata sull’altare di un modello malato di perversa
perfezione, pena l’esclusione dalla telenovela. Allarme autoabuso!
Mummie imbalsamate che aborrono la crescita si brutalizzano per
immolarsi a bambole-bambine, recordiste mondiali di obbedienza da
sostanze legalmente ad uopo (psicofarmaci e gioco d’azzardo).
Ma
siamo uomini (/donne) o utenti? (i caporali ormai sono solo
mercenari...).
La
strada non è più nostra, la piazza non è più nostra, la città è
diventata una trappola di norme punitive che ti aspettano in agguato
ad ogni varco... Creare cultura in città è diventata pura
carboneria, in questa Bologna che prima era perla di civiltà ora
solo un triste quartiere-dormitorio.
Non
è paradossale soggiacere inermi al ‘divide et impera’, invece di
rivendicare da persone qualità di vita e relazione e come artiste/i
dignità e rispetto, spettanti di diritto?
Bologna:
politiche culturali e giovanili. Dopo Lorusso, i sensi di colpa
zangheriani per le malefatte di Cossiga&Co. lasciano spazio
civico a progetti autogestiti di produzione artistica e sociale
aggregazione; poi, dagli anni ’90, come se niente fosse,
l’Amministrazione da Vitali a Cofferati si rimangia tutte le
promesse e dichiara guerra ai giovani (e loro simpatizzanti)
sbarrando la città con ordinanze capestro mirate a decimare tutte le
Ong no profit che promuovono musica, politica e cultura. Risposta?
Qualche melliflua lagna, e poi silenzio.
Cari
‘colleghi’, care ‘colleghe’, la colpa è soprattutto nostra!
(tuonando:)
Dove sono i grandi movimenti umanistici? Dove le scuole maestre che
ispirato le grandi rotazioni – rivoluzioni - traslazioni di
pensiero – parola – opera – missione?
Oggi
intellettuali e artiste/e si guardano bene dall’occuparsi della
società (come se non facenti parte), barricate/i in tumuli di muto e
passivo solipsismo, intente/i come miopi entomologi a svermare
l’orticello, senza accorgersi di tirarsi la zappa sui piedi
seminando deserto su terra bruciata.
Ecco
perchè non cresce più il fiore del partigiano.
terapia
consigliata: http://ilmostro-ass.blogspot.it
CHIARA STEFANI.
artemaieuta
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.